La durata media della vita di un gatto si aggira sui 13-15 anni.
Questo dato non è però totalmente attendibile, perché la vecchiaia può arrivare più precoce nei gatti vissuti in libertà e sottoposti a vari stress, e di molto ritardata nei soggetti castrati, maschi o femmine.
Vi sono gatti sani che muoiono a dieci anni, altri di salute incerta che vivono fin quasi ai venti.
La durata della vita del gatto dipende quindi da vari fattori.
Si può tuttavia, per mera curiosità, stilare una tabella comparativa dell'età del gatto rapportata a quella dell'uomo.
La valutazione è certamente empirica, anche se dettata dalla lunga pratica di convivenza e di osservazione.
La senilità del gatto inizia attorno al decimo anno di vita.
Egli perde vivacità, è meno combattivo, esce di casa con minor frequenza, gli amori lo interessano poco, dorme a lungo, il mantello si sfoltisce, il corpo diviene più magro, i denti cadono.
Con la perdita dei denti si fa più difficile anche la digestione, si nota stitichezza, possono intervenire stomatiti e ascessi dentari.
Di norma solo l'occhio rimane vivo e brillante anche nel gatto vecchio.
I proprietari di gatti che trascorrono molte ore, o giorni, fuori di casa, debbono mettere in conto anche la possibilità di morti premature, dovute ad avvelenamenti casuali, ad investimenti, a crudeltà dell'uomo.
Se un gatto abitudinario non rientra a casa nel giro di 5-6 giorni è segno che qualche avvenimento serio è intervenuto a bloccare la sua evasione.
Quando il gatto anziano viene colpito da malattie senza speranza, se la vecchiaia gli ha tolto la gioia di vivere, di mangiare, di godere il sole, se soffre questa triste pagina della sua esistenza, è consigliabile ricorrere alla soppressione eutanasica.
Esistono oggi preparati che provocano la morte senza sofferenza alcuna.
Per il bene che abbiamo voluto al nostro gatto, per l'affetto che egli ci ha ricambiato, compiamo dunque questo gesto liberatorio di sofferenze, dandogli con l'aiuto del veterinario un sonno immediato e dolce.