Un musicista cieco sosteneva di essere in grado di individuare un centinaio di suoni diversi prodotti dai gatti.
Anche i ricercatori americani, impegnati per molte ore a studiare le registrazioni su nastro, insistono nel dire che il repertorio vocale felino è enorme, addirittura più complesso di qualunque altro animale, a parte l'Homo sapiens.
Perché, dal momento che il gatto selvatico non è un animale particolarmente socievole?
In natura, sono le specie che vivono in gruppi altamente organizzati quelle che hanno bisogno dei sistemi di comunicazione più complicati, quindi sembra esserci qualcosa di strano nel gatto.
Il motivo è che il gatto domestico si serve contemporaneamente di due vocabolari.
Allo stato selvatico, l'animale impiega una serie di suoni nel suo rapporto con i piccoli e la sostituisce con un'altra serie quando gli esemplari hanno raggiunto la vita adulta.
Nell'ambiente domestico, invece, il gatto mantiene le sue vocalizzazioni «infantili» fino alla maturità, migliorandole nel processo di crescita.
Per di più, l'animale si serve dei soliti miagolii e lamenti tipici della vita felina adulta nei contesti sessuali o violenti.
Insomma, il suo vocabolario è davvero impressionante.
Un altro motivo per il quale la capacità vocale del gatto appare molto più complessa di quella di altre specie è il grado di variazione che può essere applicato a un unico tipo di suono.
Un uccello, per esempio, esprime una situazione di allarme soltanto con un fischio e sempre con quel fischio.
Poi, man mano che aumenta la sua paura,
l'animale non fa altro che ripetere più spesso il fischio e magari anche più velocemente.
Quando un gatto è impaurito, invece, riesce a emettere una discreta varietà di miagolii tanto diversi tra loro da essere classificati come vocalizzi decisamente separati.
Il rischio nell'accettare che il gatto possa produrre un centinaio di suoni diversi sta nel fatto che a quel punto l'argomento diventa troppo complicato per avere un senso.
Il sistema per evitare tale rischio non è quello di elencare tutti i suoni che emette il gatto, bensì i segnali o i messaggi che l'animale sta cercando di trasmettere ai suoi compagni.
Fatto questo, il linguaggio del gatto diventa molto più chiaro.
Ecco alcuni dei messaggi principali e dei rumori a essi collegati.
1. «Sono arrabbiato»
Quando i gatti lottano tra loro c'è un fracasso terribile che spesso viene definito di tipo sessuale e non aggressivo.
In realtà, il caratteristico miagolio che emettono quando lottano può non avere niente a che fare con gli incontri sessuali.
Due femmine castrate che si disputino un confine territoriale miagolano con la stessa intensità di qualunque gatto in amore.
La ragione per la quale questo tipo di miagolio viene associato al corteggiamento amoroso è dovuta al fatto che esso è più frequente in situazioni del genere, dal momento che l'odore della femmina in calore attira i maschi da molto lontano ed essi si trovano a stretto contatto tra di loro, provando ostilità l'uno nei confronti dell'altro.
Il miagolio di un gatto aggressivo è un esempio perfetto di come un unico segnale possa assumere molte diverse forme espressive.
A ognuna di queste forme, o intensità, può essere dato un nome diverso, ma esse trasmettono tutte lo stesso messaggio di base: «Vattene, o ti attacco».
Poiché la vocalizzazione è prolungata e l'ostilità aumenta e diminuisce di secondo in secondo, anche l'intensità del suono segue lo stesso ritmo.
Invece di diventare semplicemente più forte o più debole, si modifica nella sua qualità.
Per questo motivo, la gente dice che i gatti RUGUANO, RINGHIANO, GORGOGLIANO, GEMONO e ULULANO, per elencare soltanto una parte delle definizioni che sono state associate a questi suoni bellicosi.
Ognuno di queste corrisponde a varie intensità dello stesso suono di base e dovrebbe essere trattata come tale.
2. «Sono spaventato»
Quando un gatto ha paura, la sua reazione normale è quella di allontanarsi in silenzio o di nascondersi: non c'è motivo per lui di fare tanto rumore in un momento del genere.
Ma se un gatto è braccato e non può scappare, anche se vorrebbe farlo, può succedere che emetta un suono che rappresenta questo messaggio:
«Ho paura di te, ma non provocarmi troppo o mi rivolterò contro di te, nonostante la mia paura».
Un gatto che si trova in una situazione di questo tipo può fare uno strano verso «di gola», una specie di ULULATO.
Questo significa che anche se è molto spaventato non ha perso del tutto la sua aggressività.
Infatti, se viene provocato ulteriormente, attacca.
L'atteggiamento più comune è quello dello SPUTO e del SIBILO, specialmente se a tormentare il gatto è un grosso cane o un essere umano aggressivo.
Giudicati in modo obiettivo, sono strani suoni con cui accogliere un attaccante.
Non sono molto alti e neanche particolarmente impressionanti in termini di intensità.
Eppure sembra che funzionino piuttosto bene e che anche il cane più grosso assuma immediatamente un atteggiamento più rispettoso.
C'è una ragione particolare che spiega questi suoni.
Molti mammiferi hanno una paura innata dei serpenti velenosi e, come ben sappiamo, i suoni emessi da un serpente sulla difensiva sono quelli dello sputo e del sibilo.
Perciò il gatto imita quasi certamente il comportamento del serpente, reagendo come lui nella speranza di scatenare nella mente dell'attaccante qualche paura recondita di un morso velenoso.
3. «Sto soffrendo»
L'URLO di un gatto in agonia è inconfondibile e assomiglia a quello di molti altri animali quando sono gravemente feriti o terrorizzati.
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A volte viene descritto come un GRIDO O uno STRIDORE, a seconda della sua intensità, ed è la versione adulta dello STRILLO di un gattino in difficoltà.
Per quest'ultimo è un segnale di vitale importanza per farsi soccorrere dalla madre, mentre nell'adulto non scatena più molta solidarietà.
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Tra felini adulti, infatti, c'è poco aiuto reciproco, ma nel caso dei gatti domestici, naturalmente, può agire come un segnale utile per gli «pseudo-genitori» dell'animale - i suoi padroni - che a quel punto gli vengono in aiuto come madri sostitutive.
C'è una situazione in particolare dove ritroviamo il grido di dolore ed è alla fine dell'accoppiamento, quando il maschio ritira il pene «spinoso» dalla femmina.
In quel momento lui le fa male e le procura una fitta dolorosa, facendole emettere un grido.
Anche se il dolore è la sensazione dominante in quel momento, si tratta di un dolore che contemporaneamente la rende ostile nei confronti del maschio ed è per questo che reagisce in modo aggressivo.
La combinazione dolore acuto-ostilità improvvisa scatena una versione più violenta del solito grido di dolore: è più uno stridore che un urlo.
Il maschio comprende al volo la situazione di pericolo e tenta subito di evitare le unghie affilate che lo minacciano.
4. «Voglio attenzione»
Chi possiede un gatto conosce molto bene questo suono emanato dai suoi amici felini.
Il MIAO, infatti, comunica molte cose in molte situazioni diverse, però vuole trasmettere sempre lo stesso messaggio fondamentale, e cioè: «Ho bisogno della tua attenzione immediata».
Questo suono incomincia sotto forma di MUGOLIO nei gattini, i quali se ne servono per far sapere alla madre che hanno bisogno di aiuto o che sono in qualche pasticcio.
Nei gatti selvatici il miagolio arriva praticamente a scomparire quando diventano adulti, ma i gatti domestici rimangono mentalmente dei gattini anche quando sono completamente cresciuti e continuano a «parlare» con i loro padroni come fanno i mici quando vogliono comunicare con mamma gatta.
Anzi, fanno anche di più: incominciano ad affinare i loro miagolii, cosa che invece i gatti selvatici non fanno assolutamente.
Essi riproducono il miagolio infantile e lo modificano a seconda della situazione in cui vogliono esprimere il bisogno di qualcosa.
Esiste il miao di supplica e il miao di richiesta, il miao lamentoso e quello ansioso.
C'è il miao dolce e monotono di cui si serve il gatto per farsi aprire la porta e uscire e quello pietoso e strascicato dell'animale che vuole entrare quando incomincia a piovere.
Infine, ci sono i miao di aspettativa che accompagnano l'apertura di una scatoletta di cibo e quelli di irritazione per qualche routine che non è stata rispettata. Un padrone attento sa riconoscere le diverse varianti del segnale di «richiesta di attenzione» e dopo qualche anno può diventare abilissimo nell'interpretare il linguaggio del gatto.
Alcuni esperti hanno fatto coraggiosi tentativi per cercare di mettere per iscritto i diversi miagolii, in modo da classificarli e standardizzarli.
I risultati sono spesso ridicoli, come quando ci viene chiesto di fare una distinzione tra MHRHRNAAAAOU, MHRHRHRNNAAAAOOOUUU e MHHNGAAOU.
L'alfabeto non riesce assolutamente a coprire tutti i suoni e, a meno che non si conoscano già tutti i miagolii (nel qual caso non c'è alcun motivo di metterli per iscritto), non c'è alcuna speranza di impararli da questo strano ammasso di lettere.
Inoltre, poiché l'affinamento dei diversi miagolii durante il processo di crescita del gatto dipende unicamente dal rapporto che si instaura tra voi e l'animale, non c'è da sorprendersi se esiste una notevole variazione da un gatto all'altro.
All'inizio cominciano tutti a emettere il suono felino di base, ereditato geneticamente come tutti gli altri elementi del sistema di comunicazione dell'animale, ma la natura artificiale del rapporto tra gatto adulto e padrone crea un mondo speciale nel quale si sviluppano nuove sfumature che vanno al di là del «vocabolario» geneticamente condiviso.
Incomincia a farsi strada l'individualismo felino e chiunque abbia posseduto un soriano incrociato, un siamese, un persiano o un Abissino saprà che non solo i diversi esemplari ma anche le diverse razze hanno le loro caratteristiche «vocali» particolari.
Ci vorrebbe un linguista in versione felina per dipanare tutte le matasse nel linguaggio del moderno gatto domestico.
5. «Vieni con me»
Quando mamma gatta vuole che i suoi gattini si avvicinino a lei o la seguano emette una specie di dolce TRILLO.
L'animale può servirsene come forma di saluto quando è stata lontana dai gattini per un pò di tempo.
Anche i gatti domestici adulti adoperano questo segnale, accuratamente descritto come un «trillo acuto» quando salutano i loro padroni.
In momenti come questi ribaltano il normale rapporto esistente con il padrone e trattano gli esseri umani come gattini, invece che come genitori.
(Si comportano così anche quando dal giardino portano un uccello morto al padrone, un gesto che di solito fa parte delle «lezioni sul cibo» impartite dalla gatta ai suoi piccoli per mostrare loro il tipo di preda che dovranno attaccare in seguito.)
Un aspetto significativo è rappresentato dal fatto che l'animale ricorre al «trillo di saluto» quando è in movimento, di solito quando rientra da fuori e sta per avviarsi verso il luogo in cui si aspetta di trovare il cibo.
Quindi, anche se può sembrare una forma di saluto, probabilmente il gatto vuole trasmettere questo messaggio: «Vieni, seguimi».
6. «Sono inoffensivo»
Sono le famose FUSA del gatto.
Per alcuni è difficile accettare che questo suono corrisponda al messaggio «Sono inoffensivo» piuttosto che a quello «Sono contento», ma il fatto è che la inoffensività è l'unica condizione per spiegare tutti i diversi contesti nei quali si verificano le fusa.
Essenzialmente si tratta di un segnale attraverso il quale il gatto vuoi far sapere di non essere ostile, di essere amichevole, sottomesso, rassicurante, calmo o, naturalmente, contento.
Lo si osserva nelle seguenti situazioni «tra gatti»:
a) Quando i gattini stanno succhiando il latte e vogliono far sapere alla madre che va tutto bene.
b) Quando mamma gatta è sdraiata insieme ai suoi piccoli e li rassicura sul fatto che va tutto bene.
c) Quando la gatta si avvicina al luogo dove sono nascosti i gattini e vuoi far loro sapere che non hanno niente da temere dal suo avvicinamento.
d) Quando un gatto giovane si avvicina a un esemplare adulto per giocare e vuole comunicare di essere rilassato, nonché di accettare la sua posizione sociale subordinata.
e) Quando un gatto adulto dominante si avvicina a un gatto giovane in modo amichevole e vuole rassicurarlo sulle sue intenzioni pacifiche.
f) Quando un gatto di rango inferiore viene avvicinato da un nemico dominante, le fusa rappresentano un tentativo per calmare l'esemplare più forte con un segnale di sottomissione e di non ostilità.
g) Quando un gatto malato viene avvicinato da un esemplare dominante e vuole comunicargli di essere in una posizione di debolezza e di avere intenzioni pacifiche.
Ancora una volta, sono stati fatti dei tentativi per cercare di classificare i diversi tipi di fusa, ma si è concluso che trasmettono tutti lo stesso messaggio fondamentale di amicizia.
L'equivalente umano più vicino alle fusa è il sorriso e anche noi commettiamo lo stesso errore quando diciamo che una persona sorridente è una persona felice.
Proprio come le fusa, il sorriso può comparire sul nostro volto quando vogliamo essere rassicuranti, sottomessi, amichevoli e calmi, così come quando siamo felici e contenti.
Come nel caso delle fusa, il messaggio chiave del sorriso è: «Non voglio farti alcun male». È dunque estremamente importante per «addolcire» i rapporti sociali e allentare la tensione nei momenti di stretto contatto.
7. «Voglio affondare i denti nella tua carne»
Il gatto che si aggira alla ricerca di una preda e la trova, emette uno strano rumore, lo SCHIOCCO.
Una variante di questo suono è il digrignare di denti a cui ricorre l'animale quando vede un uccello fuori dalla finestra.
In questo modo, il gatto non fa altro che cozzare i denti gli uni contro gli altri, come se li volesse affondare nel collo della preda per ucciderla con uno dei suoi morsi «speciali», però in realtà questo tipo di suono è diventato oggetto di molte argomentazioni da parte degli esperti.
Alcuni sostengono che lo «schiocco» serva ad allertare gli altri gatti sulla presenza di una preda e uno studioso ha persino commesso l'errore di descriverlo come un «segnale di avvertimento per gli altri elementi del branco», come se i gatti fossero animali che cacciano in gruppo alla maniera dei lupi.
Il fatto che i gatti, invece, siano cacciatori solitali e sicuramente non gradirebbero la compagnia di altri felini nella cattura di una particolare preda rende alquanto misterioso questo «schiocco».
L'unica spiegazione possibile è che venga adottato dalle gatte quando vanno in giro con i piccoli ormai quasi adulti e che questo suono serva per aiutarli a focalizzare la loro attenzione su una potenziale preda, come parte di un processo generale di addestramento alla caccia.
Questi sono i sette messaggi sonori più importanti di cui si servono i gatti domestici.
Con le loro numerose varianti e suddivisioni essi rappresentano un sistema meravigliosamente espressivo di cui può far uso il felino.
Per chi possiede un gatto, invece, essi costituiscono un campo di studio ricco e affascinante e una possibilità di accesso al mondo dei loro compagni felini.
Capita di rado che questi animali diano ai nervi, come quando la gatta in calore incomincia la sua pietosa «cantilena» («Voglio attenzione»..- ma di un tipo speciale) e si attira un coro di maschi miagolanti ed estremamente competitivi proprio sotto la finestra della vostra camera da letto.
Comunque, la prossima volta che vi succede una cosa del genere, invece di lanciare secchiate d'acqua, accendete il registratore e il giorno dopo sedetevi con calma a godervi l'«opera felina».
Se non avrete problemi di sonno, scoprirete che quella complicata sequenza di lamenti, ringhiate e grida è un interessantissimo esempio di comunicazione animale.