Sebbene la storia del gatto risalga a milioni di anni fa, il gatto domestico ha avuto uno sviluppo piuttosto recente, le cui prime tracce risalgono all'Antico Egitto.
I primi mammiferi
In un periodo che va dai 65 ai 70 milioni di anni fa, la fine della grande epoca dei dinosauri vide l'avvento di un nuovo tipo di animali, che sarebbero apparsi piuttosto insignificanti a un eventuale osservatore e con scarse probabilità di successo.
Si trattava dei primi mammiferi: piccoli, arrampicatori, a naso lungo, insettivori e non molto intelligenti.
Con il trascorrere dei millenni i mammiferi primitivi subirono un'evoluzione in forme differenti.
Alcuni divennero erbivori, mentre altri scelsero una dieta a base di carne, cibandosi degli altri animali.
Questi mammiferi carnivori furono i primissimi antenati del gatto.
L'evoluzione dei creodonti
I primi mammiferi carnivori, chiamati Creodonti, avevano corpo allungato, zampe corte e dotate di artigli.
Nonostante le dimensioni del cervello fossero ancora ridotte, erano già sufficientemente sviluppati da avere una dentatura di 44 denti, utili per uccidere e per masticare un gran numero di predatori, alcuni dei quali raggiunsero le dimensioni di un lupo e perfino di un leone.
I primi "veri" gatti
Circa 12 milioni di anni fa, i primi gatti incominciarono a popolare la Terra, e i reperti fossili mostrano che in breve tempo si sviluppò un'ampia varietà di felini.
Il leone di Etruria, più piccolo di un leone attuale e forse più vicino al leopardo, vagava per l'Italia settentrionale e l'Europa centrale, con linci e ghepardi giganti.
In Cina vivevano tigri giganti e per le foreste dell'America settentrionale si aggirava il giaguaro gigante.
Ma esistevano anche specie li gatto selvatico più piccole, come il Manul e il gatto selvatico di Martelli.
Quest'ultimo è attualmente estinto, ma il Manul (o gatto di Pallas) si può trovare ancora oggi in alcune regioni dell'Asia.
Il gatto selvatico di Martelli era diffuso in tutt'Europa e in alcune parti del Medio Oriente.
Scomparve probabilmente circa un milione di anni fa, ma presumibilmente fu il diretto progenitore dei piccoli gatti selvatici moderni, da cui si sarebbero poi sviluppati i gatti domestici.
Tra i suoi discendenti c'era infatti il Felis silvestris, la cui comparsa nella storia dei gatti si colloca tra 600 000 e 900 000 anni fa.
Si diffuse in tutt'Europa, in Asia e in Africa e diede origine: al gatto selvatico comune (Felis silvestris), al gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica) e al gatto asiatico del deserto (Felis silvestris ornata).
Si suppone che il gatto domestico derivi dal gatto selvatico africano, con qualche possibile ascendenza al gatto del deserto.
Addomesticamento
Come molte altre tappe dello sviluppo della civiltà, anche l'addomesticamento del gatto sembra aver avuto inizio in Medio Oriente.
Sono state trovate ossa di gatto selvatico africano in mucchi di letame in una caverna abitata anticamente dall'uomo primitivo.
Tuttavia la scarsa intelligenza condusse a un graduale declino, che si concluse con la totale estinzione avvenuta 10 milioni di anni fa.
Prima che i Creodonti si estinguessero, uno dei loro sottogruppi diede origine a un altro tipo di animali, i Miacidi, che avevano un asso nella manica per garantirsi la sopravvivenza: un cervello più grande. Con il passare del tempo, tutti gli attuali carnivori, compresi i Canidi (cani, lupi e volpi) e i Viverridi (manguste, genette e zibetti), si evolvettero dai Miacidi. È probabile che la famiglia dei Felini abbia avuto origine da un'antica specie di zibetto.
Quaranta milioni di anni fa fece la sua comparsa un animale metà zibetto e metà gatto, chiamato Proailurus.
Aveva zampe lunghe e coda, ma, a differenza dei felini attuali, era un plantigrado (camminava appoggiando tutta la pianta del piede).
Venticinque milioni di anni fa apparve quello che si potrebbe considerare il primo vero gatto, che camminava quasi come un digitigrado, cioè sulla punta dei piedi.
Questa creatura, lo Pseudoailurus, possedeva la dentatura di un gatto, con i canini a sciabola.
UNA RICCA STORIA FAMILIARE:
L'albero genealogico del gatto evidenzia la sua suddivisione attuale in tre gruppi:
il gatto domestico fa parte del gruppo Felis.
Ci si è chiesto se i nostri progenitori cacciassero i gatti semplicemente per mangiarli o li allevassero,
dopo averli addomesticati, perché proteggessero le scorte di cereali costantemente minacciate dagli
animali nocivi. Comunque si sa con certezza che l'uomo primitivo, quale cacciatore, ammirava e forse
invidiava le doti venatorie dei gatti selvatici. Probabilmente i nostri progenitori cominciarono a
venerare queste creature proprio perché avrebbero voluto imitarne le tecniche di caccia.
Gli antichi Egizi misero i gatti a guardia delle scorte di cereali finendo per adorarli come divinità, ed è proprio nell'Antico Egitto che possiamo rintracciare l'origine del gatto domestico comune.
Gli antichi Egizi riverivano i loro gatti e osservavano il lutto quando questi morivano; i loro corpi venivano mummificati e portati al tempio della specie di gatti domestici come Felis silvestris lybica.
Dall'Egitto i mercanti fenici portarono i gatti in Italia e da qui gli animali si diffusero in tutta l'Europa.
Nel corso del X secolo i gatti giunsero in Gran Bretagna, anche se ancora rari, e i primi coloni, a loro volta, li portarono nel Nuovo Mondo.
I gatti a pelo lungo derivano probabilmente da varietà che vivevano nelle lontane regioni orientali.
È possibile che i moderni gatti a pelo lungo discendano dai gatti selvatici dell'Iran e dell'Afghanistan, che a loro volta possono essersi evoluti dal gatto Manul dell'Asia centrale.
Anche se i gatti sono ormai diventati domestici da almeno 5000 anni, il concetto dell'allevamento selettivo per produrre vere e proprie razze non si realizzò fino alla metà del XIX secolo; ciò è in netto contrasto con quanto è avvenuto per i cani domestici, che da secoli sono stati allevati selettivamente in modo da essere adattati a svolgere una grande varietà di compiti specifici.