Se un gatto si sente minacciato da un grosso cane, tende completamente le zampe e nello stesso tempo inarca la schiena a «U».
La funzione di questo atteggiamento è quella di far apparire l'animale più grande possibile, è un tentativo per convincere il cane che sta per affrontare un temibile avversario.
Per capire l'origine di questo atteggiamento è necessario esaminare il comportamento dei gatti quando si minacciano l'un l'altro.
Se uno dei due animali è molto ostile nei confronti dell'altro e non ha paura, si avvicina al rivale tenendo le zampe tese e la schiena piatta.
Se quest'ultimo è molto impaurito e non prova alcun sentimento di ostilità, inarca la schiena e piega le zampe posteriori, accucciandosi per terra.
Nel caso che il gatto incontri un cane la sua reazione sarà al tempo stesso di paura e di aggressività ed è proprio questo conflitto di sensazioni a dare origine al caratteristico atteggiamento sopra descritto.
Il gatto prende a prestito l'elemento più evidente della sua reazione di rabbia (le zampe rigide) e quello più evidente della sua reazione di paura (la schiena ad arco) combinandoli insieme in una postura che lo fa apparire più grosso.
Se invece riproducesse gli altri atteggiamenti, cioè la schiena piatta di quando è arrabbiato e la posizione accucciata che associa alla paura, il risultato sarebbe tutt'altro che impressionante.
Per aiutarsi in questa trasformazione, oltre a distendere le zampe e arcuare la schiena, l'animale solleva anche il pelo e si mette di traverso davanti al cane, ottenendo, con questi quattro elementi combinati insieme, l'effetto massimo di ingrossamento.
Anche se si ritrae un pò o avanza verso il cane, il gatto continua a mantenere la propria posizione di traverso e a mostrare il suo corpo all'avversario come fa il torero con il mantello rosso.
I gatti imparano presto questa tattica
Durante questa scena il gatto soffia minacciosamente, come un serpente, ma questo suono si trasforma in un brontolio se l'animale si arrischia ad attaccare.
Poi, quando si lancia all'assalto del suo avversario, comincia anche a sputare.
I gatti esperti imparano presto che di fronte a un cane bellicoso la tattica migliore è quella di attaccare e non quella di battere in ritirata, però ci vuole un certo coraggio per seguire questa strada quando il cane è molto più grosso del micio che gli sta davanti.
Tuttavia, l'alternativa della fuga è molto più rischiosa per il gatto, perché quando quest'ultimo si da alla fuga nel cane scatta la molla dell'inseguimento.
Per un cane, infatti, un «oggetto in fuga» è sinonimo di una cosa soltanto: cibo.
È difficile placare l'istinto di caccia di un cane, una volta che è stato risvegliato.
Anche se il gatto in fuga si ferma e cerca coraggiosamente di opporre resistenza, ha poca speranza di cavarsela perché ormai il cane ha il sangue che gli ribolle e si lancerà sicuramente sulla preda, sia che questa abbia la schiena curva o piatta.
Se invece il gatto oppone resistenza appena si imbatte nel cane, ha buone probabilità di sconfiggerlo, perché semplicemente attaccando può saltare i soliti preliminari della battaglia.
A quel punto il cane, vedendo il suo naso sensibile preso di mira dagli artigli affilati del gatto, probabilmente deciderà di battere dignitosamente in ritirata, lasciando in pace quella furia sibilante.
In conclusione, in uno scontro tra cane e gatto, più il gatto è temerario e più è al sicuro.