Nonostante i gatti siano arrampicatori abilissimi, qualche volta cadono anche loro e in questo caso entra immediatamente in gioco un riflesso istintivo, una specie di «riflesso di raddrizzamento» senza il quale potrebbero facilmente rompersi la spina dorsale.
All'inizio della caduta, il gatto si trova a pancia in su, ma dalla parte anteriore del corpo ha subito inizio una reazione automatica di avvitamento che serve a riportarlo nella giusta posizione.
Per prima cosa, l'animale ruota la testa completamente, in modo che lo sguardo sia rivolto verso il basso, poi avvicina le zampe al muso, pronto a proteggerlo da un eventuale impatto.
(Infatti, per il gatto può essere molto pericoloso ricevere un colpo nella parte inferiore del mento.)
A questo punto, il piccolo felino ruota la parte alta della spina dorsale, portando così la metà anteriore del corpo in asse con il capo, e infine piega anche le zampe posteriori in modo che i quattro arti siano pronti a toccare terra.
Eseguiti questi movimenti, il gatto raddrizza l'altra metà del corpo.
Infine, proprio mentre sta per toccare terra, l'animale distende completamente le zampe e inarca la schiena per ridurre la forza dell'impatto.
Durante questo avvitamento del corpo, il gatto irrigidisce la coda e la fa girare come un'elica, in modo che agisca da bilanciere.
Tutto questo avviene in una frazione di secondo e bisogna osservare un filmato al rallentatore per poter analizzare le varie fasi di questo rapido movimento di raddrizzamento.